Mini Piano Tour Experience
Nell’estate 2020, l’estate del Covid non ho neanche un concerto in programma. Mi sono adattata alle nuove modalità improvvisando come tanti miei colleghi musicisti qualche diretta facebook, ma mi manca tanto la possibilità di suonare dal vivo e di condividere l’emozione dei suoni.
Tuttavia chi mi conosce lo sa: cerco sempre di trasformare gli eventi “negativi” in qualcosa di “nuovo” e capace di sorprendere.
Già nel 2013, in piena crisi economica, avevo caricato il mio pianoforte a coda su un camion girando tutta l’Italia con il tour “Piano piano on the road” e suonando per le persone in luoghi incredibili percorrendo l’Italia dal Friuli Venezia Giulia alla Calabria e alla Sicilia.Questa volta la sfida è ancora più difficile, ma la soluzione mi è arrivata “giocando” con il mio mini piano: in Sardegna per una breve vacanza, una mattina ho deciso di svegliarmi all’alba e di recarmi in riva al mare con la mia videocamera e il mio pianoforte in miniatura, uno strumento che può essere scambiato per un giocattolo ma che in realtà ha dei suoni affascinanti, soprattutto se si fondono con quelli dell’ambiente naturale del mare, delle cicale, di qualche uccellino in lontananza…
Ho postato questo breve video sulla mia pagina facebook e immediatamente mi avete sommersa di “like” e di messaggi pieni di affetto e di interesse per questa modalità di condividere la mia musica.
mini concerto sui sassi rossi di Salinedda
mini concerto nei pressi dello stagno di Salinedda
Così mi è venuta l’idea di dare una forma a questo progetto e di realizzare dei Mini concerti al Mini piano in luoghi suggestivi e oasi naturali fondendo composizioni e improvvisazioni ispirate dal luogo con i suoni della Natura.
C’è una regione che mi attrae e che ogni volta che l’attraverso mi regala emozioni speciali: è il Friuli Venezia Giulia. Così ho deciso: partirò con il mio mini piano, la mia piccola videocamera e un cavalletto e suonerò lungo i corsi d’acqua che scorrono in questa regione affascinante.
La prima tappa sarà a Topolò, dove il 12 settembre farò una breve performance nei pressi del Mulino. Poi, nei giorni successivi mi lascerò indicare la strada dall’istinto, ma anche dalle persone del luogo. Sto selezionando un itinerario che mi porterà alle Pozze Smeraldine, lungo il fiume Arzino, al Borgo di Movada …
Infine raccoglierò il materiale e vi racconterò così la mia estate del covid, quella in cui non avrò potuto suonare per le persone, ma da sola di fronte ad una natura che è sempre meravigliosa.
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#iolavoroconlamusica
15 giugno 2020: #iolavoroconlamusica
La musica è la mia vita e non c’è felicità più grande che condividerla. Per me un concerto serve a questo: a moltiplicare la felicità. E penso che proprio in un momento come questo, in cui tante persone sono spaventate, tristi, ansiose per un futuro incerto, sarebbe importante dare più spazio possibile ai concerti e in generale all’arte. La musica non è un bene di seconda necessità o addirittura qualcosa di superfluo. Al contrario è un bene prezioso capace di restituire gioia e speranza anche nelle situazioni più buie. Mi auguro con tutto il cuore di poter tornare presto a suonare per le persone e tra le persone. Essere privati di questa possibilità è difficile da sostenere anche per chi, come me, ha un carattere allegro e giocoso.
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un bacio tra due fiumi
…dico sempre che non mi piace viaggiare, ma poi non è vero perchè ogni volta che ritorno mi porto nel cuore qualcosa di prezioso: colori nuovi, profumi, sguardi, frammenti di storie.
Belgrado è una città che mi ha colpito per la gentilezza delle persone, per il rosso dei tramonti, per i due fiumi che si baciano, per i dipinti di Peter Lubarda…
Suonare in questa città è stato bellissimo: sia la prima sera con un concerto pubblico al teatro Kolarac sia la sera successiva nella residenza dell’Ambasciata italiana dove tra gli ascoltatori c’erano oltre 30 ambasciatori di tutto il mondo…
Per la prima volta ho eseguito integralmente #cellettiblue e sono felice perchè questa mia nuova composizione è stata accolta con attenzione e calore.
Sono grata alla vita per un lavoro così bello: nonostante le tante incertezze e difficoltà, condividere le emozioni attraverso la musica è sempre una grande gioia.
Un bacio a tutti voi,
Alessandra
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#cellettiblu …il mio viaggio lunare
Da sempre il mio interesse va all’essenza del suono inteso come colore e sperimentazione timbrica. Questa volta vi propongo un viaggio nel blu, da sempre il mio colore. Mi piace pensarlo come un viaggio stellare durante il quale il disco (un 33 giri) si tinge del colore del cielo.
Non è per moda nè per nostalgia se ho deciso di far uscire questo lavoro su vinile. Il motivo profondo sta nel desiderio di andare sempre più addentro proprio nella ricerca di questa essenza sonora, di questo colore “puro”.
Vi porto per un attimo indietro nel tempo: nel 1948 in America viene ufficialmente introdotto il 33 giri come evoluzione del precedente disco a 78 giri. Come il suo antenato in gommalacca è una piastra rotonda su cui è codificata la registrazione in modo analogico. Tuttavia la migliore qualità del vinile (PVC) rispetto alla gommalacca ha permesso di ridurre lo spessore dei solchi, diminuire il passo della spirale e di conseguenza abbassare la velocità di rotazione da 78 a 33 giri per minuto. Il suono viene letto per mezzo di una puntina, in diamante o altro materiale sintetico, posta sul solco inciso. La rotazione del disco fa sì che la puntina generi vibrazioni derivanti dall’irregolarità del solco e il suono così riprodotto produce una serie di imperfezioni che rendono la musica più “naturale” e più “calda” al confronto con i sistemi digitali moderni, sicuramente più precisi ma anche più “freddi”.
Ma torniamo ad oggi: al 2019. Ora i dischi a 33 giri vengono quasi sempre registrati in digitale per poi essere stampati su vinile. Una sorta di compromesso tra nuove tecnologie e romanticismo che sicuramente può garantire un ottimo risultato di “bellezza” sonora ma anche di precisione esecutiva.
Però io per questo nuovo viaggio musicale ho voluto essere “romantica” fino in fondo. Nessun compromesso in questa nuova avventura. La registrazione è avvenuta totalmente in presa diretta, su nastro analogico e senza riduttori di rumore. Neanche un taglio per togliere imperfezioni o aggiuntare le parti migliori.
Il disco è composto di due soli brani: uno sul lato A (21’32) e l’altro sul lato B (17’58”). Stilisticamente non saprei bene cosa dire: come piace a me non ci sono regole.
Alcune parti sono scritte, altre improvvisate, altre, forse, soltanto sognate.
A questo punto posso finalmente svelarvi la soluzione all’indovinello, scherzosemente lanciato in una delle storie su instagram, e dirvi che il disco è prodotto da Guido Laudani, cardiologo, ma anche fotografo e appassionato d’arte.
#cellettiblue si può prenotare su bandcamp.com dove sarà successivamente disponibile anche in versione digitale.
clicca qui: https://alessandracelletti.bandcamp.com/album/cellettiblue
#cellettiblue
vinile colorato – 180 gr. – tiratura limitata 500 copie numerate
Registrato in diretta su registratore analogico Studer A807 (1/4″) senza riduttori di rumore, utilizzando preamplificatori Focusrite Red1 e microfoni Neumann e Gefell.
Pianoforte Bechstein B228
“analog mastering” e “neumann VMS80 laquer cut”
@Lu Ban 2019
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Il Sonno della Ragione

Francisco Goya: Il sonno della ragione genera mostri
Durante il ventennio, italiani di ogni età, sesso e estrazione sociale prendono la penna per scrivere al duce. Sono conti e contadini, studenti, suore, prostitute, scrittori e analfabeti, lavoratori e soldati al fronte. Molti scrivono per chiedere aiuti finanziari, alcuni per denunciare torti o illegalità, ma molti vogliono solo comunicare a Mussolini la fede nella sua persona, con una devozione che a volte porta all’adorazione. Nel 2015 Massimo Martella mi ha contattato per creare la colonna sonora di “Mio duce ti scrivo, un documentario che racconta uno dei periodi cruciali dell’Italia attraverso una visione inedita: quella di centinaia di migliaia di lettere scritte dagli italiani a Benito Mussolini.
Una corrispondenza esaltata di centinaia di migliaia di lettere, selezionate, interpretate da quattro attori (e accompagnate dalla testimonianza di un eccezionale mittente, Andrea Camilleri), che vale una straordinaria visione dell’Italia del ventennio. Queste lettere raccontano la storia, le speranze, i dolori di chi le ha scritte; e mostrano in che modo è nato, è cresciuto e poi si è infranto quel rapporto di affetto senza intermediari che Mussolini, grazie anche al pervasivo uso della propaganda, seppe creare con gli italiani.
Per me è stato molto interessante dare un suono a questo pezzo di storia, a questi sentimenti … e ora ho deciso di mettere a disposizione di tutti voi i brani che avevo composto (quasi tutti al piano) per la colonna sonora di questo lavoro interessante. Per evitare equivoci sulla mia visione politica, profondamente antifascista, e augurandomi che ogni persona possa sempre mantenere la sua autonomia di pensiero e la sua essenza di essere umano “libero”, li ho inseriti su Spotify con il titolo “Sleep of Reason”:
Buon ascolto!
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Antea …e i colori dell’autunno
Siamo ormai in pieno autunno e proprio per questo, in questa stagione che io adoro, vi prometto sorprese e cose belle, musica e colori….
Per cominciare vorrei raccontarvi qualcosa di Antea…
Antea era una giovane cortigiana romana ritratta in un bellissimo dipinto del Parmigianino. L’abito “alla francese”, con una tunica fatta di stoffe pregiate, intessute d’oro, e le maniche a sbuffo sulle spalle, che diventano più aderenti lungo il braccio. Il viso incorniciato dai capelli raccolti in un’elaborata acconciatura con diadema e da due orecchini preziosi. Lo sguardo intenso….
Quest’anno proprio Antea è diventata la protagonista del film di Massimo Martella “Nel Nome di Antea”: qui la bella cortigiana prende voce e racconta di come, grazie ad un gruppo di giovani funzionari italiani di Belle Arti, ha potuto sfuggire ai bombardamenti e alla distruzione della seconda guerra mondiale.
Non è stato facile per me comporre la colonna sonora di questa storia appassionante e ricca di sfumature. Il regista mi ha per prima cosa richiesto di affidare ad un quartetto d’archi un tema che iniziasse in modo “sospeso” per poi sfociare in una melodia cantabile e coinvolgente. E’ nato così il tema di Antea. Ma questo è stato solo l’inizio…Ogni nuovo capitolo del racconto, ogni scena, ogni paesaggio aveva bisogno di un nuovo colore, di una nuova armonia, di una melodia a volte drammatica, a volte leggera, a volte anche ironica…
E’ stato un lavoro lungo e impegnativo, che, se devo essere sincera, mi ha dato anche qualche momento di sconforto. Ma ora posso dirvi che sono molto felice perchè il film/documentario (e a nche la mia musica) ha avuto una calorosa accoglienza in tante sale cinematrografiche in tutta Italia…e pare che Antea non si sia ancora stancata di viaggiare.
Proprio in questi giorni ho deciso di dare alla colonna sonora una vita autonoma e ho caricato i brani, ben 32, su bandcamp dove è possibile ascoltarli gratuitamente in streeming o anche fare il download.
Allora vi lascio in compagnia di Antea…e del suo amato astronomo.
Un bacio, a presto
Alessandra
clicca sull’immagine qui sotto per ascoltare la musica su bandcamp:
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Dear To Me per un cucciolo d’elefante
Viviamo in un epoca complessa e contradditoria ma a volte ci possiamo far sorprendere da storie belle e poetiche e grazie a internet possiamo annullare le distanze e condividerle in ogni angolo del mondo.
Paul vive in Tailandia con la sua Khwan e una deliziosa bambina che è nata dal loro amore. Come me suona il pianoforte, e da tanti anni mi rende felice eseguendo con cura e passione le mie musiche, che a volte condivide su youtube. Qualche tempo fa ha portato il suo pianoforte in un santuario di elefanti lì in Tailandia sperimentando l’effetto della musica su questi giganti. Da questa esperienza è stato realizzato un bellissimo documentario ricco di immagini coinvolgenti. Paul ha suonato per loro musiche di Debussy, Beethoven, Ravel, Joplin….e anche alcune mie composizioni. Non immaginate la mia gioia nel vedere le reazioni di Koko, un cucciolo orfano ancora selvaggio, rotolarsi nel fango e giocare mentre Paul gli suona la mia “dear to me”…..
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ciao Verde! Buon Volo
Ho appena saputo che il mio amatissimo istruttore di volo, Ferdinando Verde è volato in cielo….questa volta senza l’aliante….Lui ha rappresentato tanto per me e gli volevo profondamente bene. Mi ha insegnato tante cose e soprattutto a superare la paura del vuoto….Era sempre allegro e molto affettuoso. Ora che è volato via… vola via con lui anche un pezzettino di me…ma non il desiderio di volare. E’ bello che venne ad ascoltarmi suonare quando portai il mio pianoforte sul camion in giro per l’Italia. Una delle tappe fu a San Cesareo (dove lui abitava negli ultimi anni)….Era commosso e anche io molto felice di rivederlo e ricordare i tanti voli che avevamo fatto insieme….Eccolo qui, al minuto 41’38″….ciao Verde! Buon volo….mi batte il cuore come prima del decollo
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Il mio ricordo di Paolo De Bernardin
Gentile, elegante, bello….con una collezione di dischi da mille e una notte e una delicatezza che mi catturava ogni volta che avevo la fortuna di passarci un po’ di tempo insieme. Parlare di musica con Paolo era sempre come aprire uno scrigno di perle preziose, di suoni incantati… Sarò sempre grata a Paolo per avermi fatto partecipe delle sue tante conoscenze musicali, e anche per quel suo articolo su “Musica di Repubblica” che, quando ancora non ci conoscevamo, parlava proprio di me….io ero solo una giovane pianista un po’ timida e lui invece mi presentava con grandi apprezzamenti, quasi orgoglioso della sua “scoperta”. Avevo appena inciso un album di musiche dedicate a Gurdjieff e Paolo ne parlava con parole bellissime che a me sembrarono “troppo”, ma che ora vorrei condividere con voi, senza nascondere, in questo momento particolare, un miscuglio di gioia, di nostalgia, e di profonda tristezza. Più di una volta abbiamo trascorso lunghe ore negli studi rai di saxa rubra, condividendo il microfono dei suoi indimenticabili “Notturni Italiani”. La sua conduzione era originale e imprevedibile, ma sempre ricca di contenuti colti e mai lasciati al caso. Quando mi intervistava, sempre con garbo e fantasia, mi raccontava ogni volta qualcosa di me che ancora non sapevo… Proprio qualche giorno fa c’eravamo sentiti…Gli avevo appena spedito il mio nuovo album ,,,un altro disco dedicato a Gurdjjieff, l’autore che, 20 anni prima, ci aveva fatto conoscere. Non so se Paolo abbia fatto in tempo ad ascoltarlo perchè qualche giorno dopo mi ha avvertita che era in ospedale….poi non ho saputo più niente da lui. Ci sarebbero mille cose da dire di Paolo…mille sfumature, quelle stesse mille sfumature che lui amava tanto nei suoni… Grazie Paolo, grazie del tuo amore per la musica, grazie di averlo condiviso con me e con tutti noi.

Hidden Sources: Gurdjieff De Hartmann (Alessandra Celletti, piano)
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Grazie Michael
Sono 3 giorni che Michael è volato via e 3 giorni che non riesco a dormire. Ho un buco nel cuore e mi sento come un uccellino con un ala spezzata. Pensavo che Michael fosse immortale. Uno strano angelo sceso sulla terra per cercare la musica e farla girare nello spazio. E mi sentivo orgogliosa e fortunata che tra milioni di suoni possibili avesse scelto proprio i miei. Michael è la persona più generosa e più ricca di entusiasmo che io abbia mai incontrato e ha regalato a questo mondo viziato il suo animo limpido e delicato e il suo cuore romantico e un po’ folle. E’ stato il produttore migliore che un artista potesse desiderare. Mi sono sentita sempre incoraggiata, stimata e rispettata senza alcuna riserva. Ogni cosa era valutata insieme con cura e amore e se dovevamo parlare di soldi prima mi chiedeva scusa come se avesse paura di inquinare la purezza dell’ispirazione.
Io sono felice di aver potuto condividere con lui un’infinità di progetti musicali belli e importanti, un fantastico viaggio in macchina sulla costa tra San Francisco e Los Angeles e un volo in aereo verso New York. Dodici giorni trascorsi sempre insieme camminando incontro a un vento gelido e palazzi giganti. A volte perdeva sangue dal suo piede e io mi preoccupavo, ma lui mi tranquillizzava dicendo che non era niente di grave e continuava a camminare con l’unico desiderio di far diventare i nostri sogni realtà. Alcuni si sono compiuti, altri sono rimasti lì…sospesi tra la terra e il cielo. Quando si condivide con passione un progetto artistico le nostre anime si mischiano un po’ e si resta legati per sempre così ora spetta a me continuare il viaggio di Transparency verso un mondo musicale fatto di purezza e di magia.
Mi farò guidare dalle ultime parole che mi ha scritto pochi giorni prima di lasciare questa terra: “I am with you in spirit at every note you strike on the piano or any songs you create with vocals”.
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