Sacred Honey


Cover per sito

Sono passati più di 20 anni da “Hidden Sources” il primo disco che dedicai alle musiche di Gurdjieff e De Hartmann.Eppure a distanza di tanti anni ricordo ancora le emozioni che provavo nell’immergermi quotidianamente nello studio di melodie così intense e profonde. In quel periodo vivevo a Praga e i paesaggi misteriosi e ipnotici dell’Asia Centrale evocati da queste composizioni si confondevano con la neve e il freddo pungente della capitale boema. Era una strana alchimia.

Così quest’anno, dopo tanto tempo, ho pensato di addentrarmi nuovamente nelle atmosfere sacre che Gurdjieff è riuscito ad esplorare durante i suoi innumerevoli viaggi e a portare alla luce grazie alla collaborazione con De Hartmann. Questa volta però il mio pianoforte non è solo. Per “Sacred Honey” ho cercato di immaginare e ricreare le sonorità esotiche ed esoteriche dei movimenti, degli inni e delle danze sacre di Gurdjieff e ho coinvolto il polistrumentista Daniele Ercoli che mi ha onorato della sua partecipazione con il suono del contrabbasso, del Kaval e del bombardino. In molti dei brani che compongono l’album ho elaborato io stessa i suoni elettronici e suonato l’harmonium (strumento assai caro a Gurdjieff), che ho acquistato in un piccolo negozietto di Mumbai in occasione di un mio concerto in India. Vorrei che questo nuovo lavoro avesse la forza di trasportare in paesaggi sonori ricchi di suggestioni e di incanti.

Due parole sul titolo: perché Sacred HoneyLa parola Sarmoung significa “ape” e si ha notizia di una Confraternita di Sarmoung le cui origini si perdono nella notte dei tempi; tracce si trovano in Babilonia sin dai tempi di Hammurabi.I Sarmoung insegnavano che la conoscenza oggettiva è una sostanza materiale che può essere raccolta e conservata come il miele. Si ritiene che i Sarmouni (le api) possedessero insegnamenti antecedenti al Diluvio universale.Ecco che torna la metafora dell’Arca e anche se certamente possibile che non sia mai avvenuto un diluvio universale vero e proprio, è probabile che i Sarmoung si riferissero alla loro responsabilità di mantenere l’Arca dell’antica saggezza attraverso le alluvioni del tempo.

Sembra che questa confraternita avesse registrato le distruzioni e le rinascite periodiche dell’umanità credendo che la sua tradizione rappresentasse un nucleo eterno ed immutabile di saggezza alla quale l’umanità poteva sempre attingere. Nei momenti critici della storia, i Sarmoung distribuivano il loro “miele” in tutto il mondo per mezzo di agenti debitamente addestrati. Il viaggiatore, studioso di metafisica e di antiche religioni John Bennett riteneva che il simbolo dell’enneagramma,  figura alla base dell’insegnamento di Gurdjieff, così come la conoscenza della legge del sette, la legge, che secondo il mistico armeno, regola ogni processo di cambiamento e molte delle sue danze sacre, fossero scaturiti dalla Confraternita di Sarmoung. [*]

Da questa suggestione la scelta del titolo per l’itinerario sonoro all’interno del mondo musicale di Gurdjieff e De Hartmann. L’ispirazione evoca anche una questione di assoluta attualità e importanza su cui mi interessava soffermarmi: “Se l’ape scomparisse dalla terra, all’umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più esseri umani.” (Albert Einstein?).

 Ascolta Sacred Honey su Spotify:

buynow